È stato presentato oggi a Palermo il rapporto Pendolaria 2016 che presenta la situazione in Italia del trasporto pendolare su ferrovia.
Ogni giorno sono quasi 5,5 milioni le persone che prendono i treni per spostarsi per ragioni di lavoro o di studio, di cui 2milioni e 832mila usufruiscono del servizio ferroviario regionale, mentre oltre 2milioni e 655mila prendono le metropolitane, presenti in sole 7 città italiane. Si tratta quindi di un servizio che interessa moltissimi italiani, ma che sconta grandissime disomogeneità, con poche regioni in cui vengono destinate risorse costanti al trasporto locale e molte ove vengono tagliate le risorse e conseguentemente diminuiscono anche i passeggeri.
A livello generale, anche se è giusto sottolineare una crescente attenzione di Trenitalia nei confronti del servizio ferroviario regionale, le priorità negli investimenti statali continuano ad essere prima di tutto le autostrade e l’alta velocità ferroviaria (come evidenziato dal grafico sotto che riassume i contenuti della Legge Opere Strategiche), nonostante la domanda di mobilità delle persone e i problemi di congestione e di inquinamento riguardino soprattutto il trasporto a livello urbano e suburbano.
In questo contesto globalmente negativo, la provincia autonoma di Trento risulta una delle realtà che ha almeno mantenuto finanziamenti costanti negli ultimi anni per il servizio ferroviario regionale e ha ottenuto nel nuovo Contratto di Servizio con Trenitalia alcuni miglioramenti (es. nuovi treni). Un’altra notizia positiva letta recentemente è lo sblocco di 59 milioni di euro del Cipe per l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana da Bassano a Trento che dovrebbe portare certamente vantaggi ambientali e probabilmente anche alla qualità del trasporto, anche se i tempi sono incerti.
Però è possibile fare molto di più.
A cominciare da una migliore integrazione tra mezzi diversi, un maggiore coordinamento organizzativo e tariffario con le province vicine per garantire facilità di spostamenti anche ai pendolari che si muovono verso Verona e Bolzano ed allo studio di incentivi anche economici o fiscali per favorire l’uso del mezzo pubblico.
Inoltre si può e si deve lavorare per la qualità complessiva del servizio, la facilità del suo uso, la comunicazione. Da questo punto di vista la stazione di Trento, come abbiamo ripetutamente segnalato, non è certo un buon biglietto di visita: servizi insufficienti, strutture poco funzionali, quarto binario da lustri provvisorio: nonostante le molte promesse, resta l’unica stazione del nordest non ristrutturata. Non è solo questione di soldi o di vincoli: nessuno ci ha ancora spiegato perché, a fronte dei molti lavori incompleti e delle strutture poco funzionali del corpo principale, sono stati realizzati costosi sottopassaggi ed ascensori di fronte alla stazione Trento-Malè, del tutto inutili.
E poi, a proposito di spese, ci sono molti importanti progetti che vengono annunciati, ma senza fornire dettagli; data la loro importanza e delicatezza è necessaria una grande attenzione progettuale, un coordinamento tra le opere e condivisione con la cittadinanza.
Si parla di opere importanti come la “metropolitana” Nordus di Trento, la funicolare per Povo o anche la Rovereto-Riva o l’anello delle Dolomiti (collegando la Valsugana con Feltre). Si parla dei by-pass cittadini previsti nella nuova linea del Brennero, che potrebbero favorire lo spostamento del trasporto merci su rotaia e renderebbero più fruibile l’attuale linea per il trasporto suburbano e regionale. Auspichiamo sicuramente investimenti e realizzazione di nuove linee ferroviarie che possano migliorare la mobilità sostenibile, ma è altrettanto fondamentale che modalità, costi e problematiche vengano affrontati fattivamente, in modo trasparente ed al più presto per non commettere errori, costruire opere efficaci ed evitare sprechi.
Per informazioni:
https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/pendolaria-2016
Il circolo di Trento di Legambiente