Daniza, addio. Dilettanti allo sbaraglio hanno provocato la tua assurda morte.

“Tutta la vicenda dell’orsa Daniza si conclude peggio di come è iniziata, con un finale da dilettanti che dimostra l’incapacità della provincia di Trento di gestire una specie importante per la biodiversità presente sull’arco alpino. Fin dall’inizio la provincia ha agito in maniera autonoma, senza coinvolgere le altre istituzioni e soprattutto in maniera non conforme a quanto previsto dal  PACOBACE (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali), mettendo in atto azioni sotto la spinta dell’emotività e non dell’interesse generale e delle reali necessità di tutelare l’orsa Daniza. La morte di questo esemplare di orso bruno, purtroppo, si aggiunge ad una lunga serie di fallimenti e di eventi negativi che hanno riguardato la gestione di questa specie da parte della provincia di Trento, e c’è anche la responsabilità del Ministro dell’Ambiente che non è intervenuto in maniera efficace per impedire questo epilogo. Ci aspettiamo perciò che si faccia piena luce sulla vicenda e che questa serva per un serio cambio di rotta da parte della provincia”, così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, commenta la notizia della morte dell’orsa Daniza, che non è sopravvissuta alla narcosi effettuata nella notte per catturarla. L’orsa a Ferragosto, in presenza dei propri cuccioli, aveva ferito un uomo nei boschi del Trentino.
 

“In tutta questa vicenda – continua Cogliati Dezza – la provincia di Trento è intervenuta al di fuori delle regole e del buon senso. La convivenza tra grandi predatori e attività antropiche non è qualcosa di impossibile, anzi è stata già sperimentata e ha già dato esiti positivi in Italia e in tante zone d’Europa, quello che serve è implementare al più presto azioni di salvaguardia dell’orso bruno alpino, una specie preziosa e simbolica per l’arco alpino, per il Trentino e per il Paese”.